04 febbraio 2007

London Papers No. 8

È morto uno. Ne parlano i giornali nelle pagine di cronaca estera e di sport. L’ho saputo e sono basito, mica troppo però. Se ero giù penso mi avrebbe colpito meno. Uno si abitua pure al peggio. Ne hanno ammazzato uno, gli tiravano pietre e bombe carta. Che detto così pare di stare in un parco divertimenti, sulle navi dei pirati.
Poi leggo da qualche parte che si deve fare come gli inglesi.
È sabato. Prendo il bus e vado in una casa pubblica a vedere il derby del Merseyside che, con tutto il rispetto, ha uno spessore di masso rispetto alla sottile carta da macellaio di quello della magna grecia. Dicono che la partita si faceva prima perché poi c’era la processione della santa. Lì la gente è parecchio perbene. Mica si poteva andare alla partita e perdere una festa comandata.
Il tunnel che porta le squadre in campo c’ha scritto "This is Anfield" di modo che i giocatori delle due squadre lo possano leggere e meditarci su. Il match sono i rossi contro i blu, come nelle squadre di Subbuteo quando ero bambino.
La partita è angoscia. Si prova in tutti i modi ma niente. La gente sta seduta a due metri dal campo. Il blu va a fare una rimessa laterale. Ci ha gli spettatori rossi a poche centinaia di centimetri. Adesso lo insultano, gli sputano. Almeno gli tirino una bomba carta. Niente. Sorridono, gli spettatori. Uno gli fa una foto. Sembra che l’ambulanza non riusciva a passare per il casino tutto intorno. C’erano pure gli elicotteri sotto al vulcano.
La partita finisce in nulla. Uno zero a zero che non aiuta. Sparisce l’ultima possibilità di raggiungere quelli di Manchester su in cima. Mica i tizi contestano. Tirano niente in campo. "You’ll never walk alone". Il tizio è morto dopo, in ospedale.
Bisogna fare come gli inglesi, dice.
Finita la partita me ne esco e vado verso casa. Mi fermo al mio local pub. Devi averne uno, vicino a dove abiti.
Ci vai, loro sanno cosa bevi, tu non devi chiedere. Ecco tutto.
Dicono che alla festa della patrona non lasciano fare i fuochi di artificio. Questioni che vanno dall’ordine pubblico all’etica post prandiale. Pare che hanno fermato anche il campionato, che chi mette i denari si lamenta. Ci hanno perso un sacco di soldi. In quest’altro pub non si accendono televisioni. Solo in casi particolari, tipo il sei nazioni. C’è Inghilterrascozia, mica fanti e santi. I ragazzi sono tranquilli. I bianchi vincono semplice anche se si rischia qualcosa.
La Scozia fa una meta. Adesso ci sono pochi punti. Sono molto vicini. Magari che i ragazzi si innervosiscono, dicono cose. Mica li amano molto gli scozzesi qua. Ma invece no. Applaudono il tizio in blu. Apprezzano il gesto atletico.
Dice che bisogna fare come in Inghilterra.
Quest’altra città degli ospiti, Palermo, la conoscono più che altro nell’East End. Ma i ragazzi dell’Intercity Firm sono invecchiati. Solo si chiedono come certi hanno il coraggio di andare a giocare il football in giro vestiti di rosa. Erano nemmeno gli unici. Si deve fare come su, in Inghilterra. Salvo che non ci sono gli inglesi. Ci sono i santi e i patroni.
Hanno fermato tutto. Si son purgati in confessione. Non c’erano fuochi. Solo zucchero filato e la santa venduta a luci intermittenti dai cinesi.
C’era mica altro.


O

2 Comments:

At lunedì, 05 febbraio, 2007, Anonymous Anonimo said...

Accidenti, Olut, mi piace tantissimo il tuo stile cinematografico: riesci a trasmettere esattamente le immagini che descrivi, e con il cross-cutting ci riporti drasticamente alla realtà, e ce la sbatti in faccia senza troppi complimenti.
Ciau - Milton

 
At lunedì, 05 febbraio, 2007, Anonymous Anonimo said...

Ciau Big O., sei meraviglioso come ti ho già detto. Solo una cosa: qui per il sicsnesciòn c'era italiafrancia, mica santi e fanti, è andata uguale a inghilterrascozia.
GFO

 

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