Io me la meno
ogni giorno mi dimeno
domani prendo il treno
vado fino a San Remo
Io me la meno
Io me la meno
In riviera c’è un sole splendido e 22 gradi, arrivati là ci andiamo a fare delle focacce in un posto storico, dove poco dopo arrivano alcuni musicisti giovani o meno giovani, con avveniri o passati dietro le spalle.
Poi ci spostiamo all’Ariston per gli eventi pomeridiani, io sbircio il saundcec. C’era uno giovane, in maglietta, che non conoscevo, che cantava una bella canzone, l’ho identificato per Cristicchi, e ho pensato "però bravo Cristicchi". Cristicchi suonava il venerdì, non era lui.
La presentazione del libro sul Folkclub è affollata, non tanto perché i sanremesi abbiano un interesse particolare per il Folkclub, ma perché seguirà presentazione del libro postumo di Lauzi, del CD postumo di Lauzi, e incontro con Reverberi, Calabrese e Paoli su Lauzi e la scuola genovese.
Le chicche rimarchevoli sono le seguenti:
– Paoli che dice che una volta han chiesto a Lauzi perché scriveva solo canzoni tristi "perché quando sono allegro esco"
– Le storie su Reverberi e il suo vibrafono da portare su e giù dal settimo piano
– La sensazione che in fondo è vero che una scuola genovese non è mai esistita, è esistita una combriccola di amici (Paoli, Tenco, Lauzi, Reverberi, Calabrese, Gaber -in trasferta da Milano) che han trasformato una passione giovanile in un lavoro, più Bindi e De André che o perché un po’ più vecchio, o perché un po’ più giovane, li conoscevano e collaboravano, ma non erano propriamente parte del gruppo.
– Una certa Venegoni che disturba chiedendo che facciano parlare subito Paoli perché lei deve scrivere, non la cagano, e se ne va incarognita andando a parlare ad alta voce a Luzzatto Fegiz seduto in prima fila, disturbando ulteriormente.
– Paoli ha raccontato che un Celentano ancora sconosciuto cercava musicisti per un tour. Si presentarono insieme lui e Tenco, Paoli come batterista ("ero un pessimo batterista, ma son riuscito anche a suonare con uno che era peggio di me: Massimo Boldi"), Tenco come sassofonista. Mentre erano lì che parlavano Celentano gli fa vedere i pezzi che avrebbero fatto, passandogli dei fogli con su i testi e gli accordi. I testi erano scritti come si pronunciavano, tipo "de uorden tru e parti in de caunti geil". Paoli quando ha visto sta cosa ha detto "Luigi andiamo via, non è una cosa seria", Tenco voleva rimanere, ma Paoli si è imposto, se ne sono andati.
- Oscar Prudente (nel senso che era lì ed è un figo)
La sera invece va così.
- Lontano lontano cantata da Paoli e Bersani, ok
- Paoli fa un set interamente lauziano, ok, immaginatevi Paoli che fa Lauzi, immaginato? Era esattamente così.
- Maurizio Lauzi (il figlio) che canta una canzone di suo padre, piano e voce. Bravissimo, veramente notevoli le sue doti canore, e, ovviamente, una intensità esagerata.
- Bersani: per carità, fa canzoncine anche carine, ma ha degli arrangiamenti insopportabili. Pomposi, ridondanti, suoni di plastica. Se hai un sinth fai dei suoni del 2006, non quelli degli anni ’80 pure malfatti. Le sue canzoncine ci guadagnerebbero da arrangiamenti più
secchi e acustici. Bello quando arriva Pacifico a fare un pezzo di Lauzi con lui. Pacifico è bravo.
Intervallo
Bugo: perché non do mai retta abbastanza a Chinaski e ho vissuto almeno un anno della mia vita senza Bugo che potevo vivere con lui?
Perchéééééééééééééééééééé???????????????? Un set veramente straordinerio! A livelli stellonici: STRA TO SFE RI CO. Questo qui ragazzi è un grandissimo, altro che Morgan (vedi sotto), gli piscia in testa a Morgan, questo qui, cazzo! Ho pensato due nomi ascoltandolo: John Lennon e Manuel Agnelli, poi mi han suggerito Rino Gaetano che è certissimamente certissimo che c'entra. Fate vobis. Appropo' il giovane in maglietta del pomeriggio era lui.
Morgan: non fosse che uscendo dal palco incrocia Rocco Papaleo che entra (faceva il tappabuchi) che gli dice "bravo Morgan, mi piace questa svolta brechtiana" e lui gli dice "ti faccio Brecht? Guarda che faccio Brecht" e tutti sì sì sì, e allora fa una Alabama song piano & voce fuori programma che giustifica il fatto che tutti dicano "minkya però è bravo Morgan", dico non fosse per quel whisky bar, sarebbe stato solo da prendere a calci nel culo. Fa un set pretenziosissimo, accompagnato da un suo clone che suona il clarinetto basso, ma veramente pretenzioso, con l'aria di "sono la grande star che viene qui a fare le cose strane così la gente dice 'che geniaccio quel Morgan'" solo che non gli viene.
È noioso, mi fa sbuffare, poi dopo Bugo, veramente, scompare. Comunque ha il merito di insegnarmi che l'accordo che fa il mac quando si accende "dannnnnnnnnnn" è un fa maggiore (lo fa al piano, è uguale uguale uguale).
Noa: canta con un quartetto d'archi, una chitarra e lei stessa alle percussioni. È meravigliosa, ma al terzo pezzo è mezzanotte, mi aspettano 230 km, e a guisa di Cenerentola scappo, fuori del teatro incrocio lo sguardo con Bugo, che sta fumando con Bersani, e mi vien quasi da perdere apposta una scarpa.
GFO